Sindrome dell’ovaio policistico: che ruolo ha la dieta?

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è un disordine endocrino che può insorgere nelle donne in età riproduttiva. Può avere effetti importanti sullo stato di salute della donna, sia dal punto di vista metabolico, riproduttivo ma anche estetico.

La PCOS è caratterizzata da ingrossamento delle ovaie, presenza di cisti ovariche multiple e alterazioni di tipo endocrinologico e metabolico. Tra le alterazioni più frequenti troviamo iperandroginismo e insulinoresistenza.

I sintomi della PCOS sono diversi e variano da donna a donna. I più comuni sono i seguenti:

  • Lieve obesità, specie a livello viscerale
  • Lieve irsutismo
  • Irregolarità mestruale o amenorrea
  • Acne
  • Perdita dei capelli
  • Affaticamento o letargia
  • Mal di testa
  • Fertilità compromessa

La diagnosi di PCOS viene fatta qualora fossero presenti almeno 2 dei seguenti 3 criteri:

  • Disfunzioni ovulatorie
  • Iperandrogenismo
  • Presenza di cisti multiple all’ecografia pelvica

La diagnosi precoce risulta fondamentale per impedire l’insorgere delle diverse complicanze legate alla PCOS: qualora si sospettasse la presenza della sindrome, è bene rivolgersi nel più breve tempo possibile al ginecologo o endocrinologo.

Sindrome dell’ovaio policistico: dimensioni del fenomeno, complicanze e tipologie

La PCOS è uno dei disturbi in assoluto più comune nelle donne in età fertile. Le dimensioni del fenomeno sono cospicue: le percentuali variano a seconda dei criteri diagnostici utilizzati, non andando mai al di sotto del 6-8%. Secondo il Ministero della Salute, in Italia ne soffrono dal 5 al 10% delle donne.

La causa scatenante della PCOS non è nota: ovviamente l’aumento della produzione di androgeni gioca un ruolo cruciale nell’insorgenza. Si pensa che le cause siano da ritrovare sia in fattori ambientali che genetici.

Le conseguenze a livello metabolico date dalle PCOS sono sono legate soprattutto all’insulinoresistenza. In particolare:

  • Diabete di tipo 2
  • Malattie cardiovascolari
  • Obesità di tipo androide
  • Ipertensione arteriosa
  • Dislipidemie

La PCOS è strettamente correlata all’insorgenza di sindrome metabolica: la prevalenza nelle donne con PCOS è del 40-45%.

Le conseguenze a livello riproduttivo sono diverse, tra le quali:

  • Aumentato rischio di infertilità, circa 3 volte superiore a quello di una donna sana
  • Maggiori irregolarità mestruali
  • Minori ovulazioni spontanee
  • Minor numero di gravidanze
  • Maggior rischio di aborto spontaneo
  • Maggior rischio di aborto dopo fertilizzazione in vitro
  • Maggior rischio di carcinoma mammario e tumore all’endometrio

La PCOS non è uguale per tutte: sono stati identificati 4 fenotipi della sindrome. Sulla base dei criteri diagnostici, infatti, sono necessari 2 sintomi su 3 per risultare affette da PCOS. Si distinguono dunque i seguenti tipi:

  • Fenotipo A: presenta tutti e 3 i criteri, ovvero disturbi del ciclo mestruale, iperandrogenismo e irsutismo, cisti ovariche multiple.
  • Fenotipo B: presenta disturbi del ciclo e iperandrogenismo/irsutismo, ma non cisti ovariche.
  • Fenotipo C: sono presenti iperandrogenismo/irsutismo e cisti, ma non alterazioni del ciclo.
  • Fenotipo D: presenta turbe del ciclo e cisti, ma non iperandrogenismo/irsutismo.

Da non sottovalutare l’aspetto emotivo della PCOS: le conseguenze di tipo metabolico e riproduttivo, ma anche le ripercussioni a livello estetico come la comparsa di acne e irsutismo, possono scatenare turbe dell’umore. Non è raro riscontrare ansia, depressione o disturbi di tipo alimentare nelle donne affette da PCOS: risulta dunque fondamentale un approccio integrato tra medico, nutrizionista e psicologo.

Sindrome dell’ovaio policistico: dieta, attività fisica e trattamento

Nel caso della PCOS si è dimostrato efficace per il miglioramento del quadro ormonale e il ripristino delle condizioni fisiologiche l’attinenza ad una corretta alimentazione e attività fisica adeguata. Qualora fosse presente una condizione di sovrappeso/obesità, è auspicabile il raggiungimento del normopeso.

Le Linee Guida nutrizionali per il trattamento della PCOS suggeriscono che una dieta a basso contenuto di zuccheri semplici e ricca di alimenti a basso indice glicemico sia fondamentale nel trattamento della sindrome.

Gli zuccheri vanno limitati specialmente in caso di insulinoresistenza o predisposizione ad essa, come nel caso della PCOS. L’assunzione di zuccheri porta ad un innalzamento rapido della glicemia, con conseguente produzione di insulina. In soggetti in cui il controllo della glicemia risulta alterato, bisogna monitorare il contenuto glucidico nella dieta, preferendo alimenti a basso indice glicemico.

Ecco alcuni consigli per rendere un pasto idoneo al consumo per chi è affetta da PCOS:

  • Consumare cereali e derivati integrali anzichè raffinati, quali farina, pasta, pane, biscotti, crackers…
  • Preferire per la pasta una cottura al dente, e prediligere i formati di pasta lunga (spaghetti, linguine…)
  • Prediligere i legumi al posto di altri secondi piatti, abbinandoli ai cereali.
  • Consumare sempre una porzione di verdura all’interno del pasto.
  • Le patate vanno limitate, preferire quelle novelle cotte con la buccia.
  • Consumare non più di 2 porzioni di frutta al giorno, preferibilmente a fine pasto e in associazione con carboidrati complessi.
  • Evitare le fonti di zuccheri liberi (caramelle, dolciumi, dessert, confetture, bevande zuccherate, succhi di frutta…)

L’attività fisica fa parte del trattamento della PCOS: essa risulta fondamentale, associala alla corretta alimentazione, per il miglioramento del quadro sintomatologico o la regressione della sindrome. Le attività non devono essere ad intensità troppo elevata, ma rimanere in fascia medio-bassa (non superare il 75% della massima frequenza cardiaca). L’ideale sarebbe combinare attività aerobica e anaerobica.

Si potrebbe idealmente impostare una routine su 3 giorni a settimana, per circa un’ora:

  • I primi 30-40 minuti di attività possono essere dedicati all’attività di tipo cardiocircolatorio: camminata veloce, cyclette o corsa.
  • Il tempo restante può essere dedicato all’attività di potenziamento: vanno benissimo allenamenti a corpo libero o con pesi leggeri.

Per la PCOS sono disponibili anche trattamenti di tipo farmacologico, eventualmente associati ad un’integrazione oculata.

Il trattamento in prima linea per le irregolarità mestruali, irsutismo e acne è senza dubbio la pillola estroprogestinica. Per il controllo della glicemia si può ricorrere alla metformina, specialmente nelle donne che non rispondono alle modifiche dello stile di vita. Risulta inoltre il trattamento di seconda linea per le donne con irregolarità mestruali che non tollerano i contraccettivi ormonali.

Nella PCOS possono rappresentare un supporto valido degli integratori dietetici, finalizzati all’aumento della sensibilità insulinica e alla normalizzazione dei picchi glicemici.

I due integratori più efficaci nel trattamento della PCOS sono il myo-inositolo e l’acido alfa-lipoico.

Sindrome dell’ovaio policistico: la dieta in pratica

Le Linee Guida nutrizionali per il trattamento della PCOS possono essere riassunte nei seguenti punti:

  • Mantenere un corretto peso corporeo
  • Seguire un’alimentazione sana e bilanciata, ponendo l’attenzione all’indice glicemico (incrementare il consumo di frutta e verdura, incrementare il consumo di cereali integrali, legumi e alimenti naturalmente ricchi di fibra, limitare gli zuccheri semplici, limitare l’assunzione di grassi prediligendo quelli contenuti nelle fonti vegetali e nel pesce)
  • Incrementare l’attività fisica quotidiana
  • Limitare l’assunzione di alcolici
  • Abolire il fumo
  • Seguire i consigli e le terapie prescritte dalle specialista

In questo caso ci sono alimenti da preferire, e altri da evitare. Di seguito sono riportati alcuni esempi.

Da preferire:

  • Cereali e derivati: riso basmati o integrale, pane integrale, pasta di semola integrale, farina di grano saraceno integrale, patate novelle cotte con la buccia, crackers integrali, fette biscottate integrali, cereali integrali.
  • Legumi: fagioli, lenticchie, piselli, ceci, fave crude
  • Frutta: fragole, lamponi, ribes, frutti di bosco, mandarini, albicocche, prugne, pesche, mele, pere.
  • Verdura: zucchine, spinaci, bieta, finocchi, carciofi, lattuga, pomodori, broccoli, cavolfiore, melanzane, rape crude, carote crude.
  • Altro: latte di vacca o soia (senza zuccheri aggiunti), dolcificanti acalorici.

Da evitare:

  • Cereali e derivati: riso bianco brillato, pane bianco, pasta di semola troppo cotta, gnocchi, polenta, patate lessate senza buccia, gallette di riso, cracker di mais o riso, pop corn, fette biscottate zuccherate, fiocchi di mais o riso per la colazione raffinati e zuccherati.
  • Legumi: piselli in scatola, fave cotte.
  • Frutta: castagne, uvetta e frutta disidratata, frutta sciroppata o candita, ananas, banane, uva.
  • Verdura: zucca, rape rosse e bianche cotte, carote lessate.
  • Altro: latte di riso, zucchero sia bianco che di canna, birra, brioches, biscotti, gelati, ghiaccioli o granite, cioccolato e creme spalmabili, caramelle e dolci vari.

Una volta apprese le basi per una corretta alimentazione per la PCOS, ecco un esempio di giornata alimentare:

  • Colazione: yogurt bianco magro, cereali da colazione integrali e senza zuccheri aggiunti, caffè.
  • Spuntino: un pacchetto di crackers integrali.
  • Pranzo: pasta integrale con sugo semplice, un secondo piatto a scelta (legumi, formaggio, uova, pesce…), verdura fresca di stagione, panino integrale, olio extravergine di oliva, una porzione di frutta .
  • Merenda: una porzione di frutta secca
  • Cena: una porzione di pane integrale, un secondo piatto a scelta (carne bianca, pesce, carne rossa…), verdura fresca di stagione, olio extravergine di oliva, una porzione di frutta.

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