L’enteropatia da glutine, meglio conosciuta come celiachia, è una patologia a carico dell’intestino tenue di tipo cronico. La patogenesi è immuno-mediata, ed è caratterizzata da una intolleranza permanente al glutine: esso è una componente proteica di diversi cereali quali frumento, orzo, farro, segale, spelta, kamut ecc…
La celiachia insorge in soggetti geneticamente predisposti, e causa un malassorbimento cronico che porta danni alla mucosa intestinale: col progredire della condizione si giunge ad un’atrofia della mucosa del piccolo intestino.
La patogenesi è appunto immuno-mediata, ed è il risultato di componenti genetiche e ambientali. Dunque si nasce celiaci o lo si diventa? Chi possiede una predisposizione genetica sviluppa il morbo celiaco, ma solo dopo aver introdotto il glutine nell’alimentazione.
Non è possibile verificare la vera prevalenza della malattia, in quanto molti soggetti celiaci non vengono diagnosticati. Al momento sappiamo che la celiachia colpisce individui di entrambi i sessi, con una leggera prevalenza maggiore delle femmine, e che può comparire ad ogni età.
La prevalenza stimata nel nostro paese è all’incirca dell’1% della popolazione, ma nel mondo tale percentuale può variare fino al 6% circa.
Celiachia: patogenesi e quadro clinico
Come già detto, per sviluppare la celiachia deve esserci una predisposizione genetica: i geni HLA DQ2 e DQ8 indicano se un soggetto è a rischio: dall’interazione tra il glutine e HLA-DQ2/8 si innesca la risposta immunitaria alla base del quadro sintomatologico del morbo celiaco.
Non è sufficiente tuttavia possedere tali geni per sviluppare la celiachia, infatti il 25-30% della popolazione che possiede i geni coinvolti non presenta la malattia. La genetica è dunque una condizione necessaria ma non sufficiente a sviluppare celiachia.
Per scatenare la risposta immunitaria è necessario, oltre alla predisposizione genetica, anche l’introduzione di glutine nella dieta: questo interagendo con HLA-DQ2 stimola la produzione di anticorpi specifici che determinano un danno all’epitelio intestinale.
La celiachia si diagnostica tramite esami del sangue ed endoscopia, analizzando con test di laboratorio la presenza di diversi anticorpi (AGA, EMA e tTg) ed effettuando l’esame istologico della mucosa digiuno-ileale: quest’ultimo esame rappresenta il gold standard diagnostico per la celiachia.
Il tessuto intestinale di chi soffre di celiachia si presenta con villi atrofizzati, iperplasia ghiandolare e con linfociti intraepiteliali aumentati.
Vi sono inoltre diverse forme di celiachia, differenziate tra loro per quadro clinico. Troviamo dunque le seguenti forme:
- Classica: sintomatologia a carico dell’intestino, test sierologico e biopsia intestinale positivi
- Atipica: sintomi extraintestinali, test sierologico e biopsia intestinale positivi
- Silente: asintomatica, test sierologico e biopsia intestinale positivi
- Latente: test sierologico positivo, biopsia intestinale negativa
- Potenziale: vi è solo predisposizione genetica
Celiachia: sintomi e dietoterapia
La celiachia è caratterizzata da diversi sintomi, specialmente a carico dell’apparato gastrointestinale, che possono presentarsi sia nell’infanzia che in età adulta.
Alcuni sintomi tipici sono i seguenti:
- Diarrea alternata a stipsi
- Dolori addominali
- Vomito
- Perdita di peso
- Scarso appetito
- Gonfiore addominale
- Anemia sideropenica
- Osteoporosi
- Malassorbimento vitaminico
- Arresto della crescita se presente da bambini
Oltre ai sintomi legati alla celiachia, vi sono diverse manifestazioni extraintestinali, secondarie alla malattia. Esse sono legate soprattutto al malassorbimento dei nutrienti provocato dall’appiattimento dei villi intestinali.
Esempi di tali manifestazioni sono: bassa statura, alterazione del peso, anemia sideropenica, osteoporosi, artrite, neoplasie, difetti dello smalto dentario, ritardo puberale, alterazioni della fertlità, miocarditi, epatite.
Spesso associate alla malattia vi sono manifestazioni quali malattie autoimmuni, malattie dermatologiche, disturbi neurologici e psicologici, o sindromi generiche.
La celiachia, se non trattata, può portare a complicanze, in particolare:
- Neoplasie gastrointestinali
- Celiachia refrattaria
- Digiuno-ileite ulterativa
- Osteopatia
Ad oggi l’unico trattamento disponibile per la celiachia è di tipo dietoterapico, ed è la totale esclusione del glutine dalla dieta.
Il glutine è presente in molti alimenti, non solo perchè presente naturalmente, ma anche quando viene utilizzato come additivo o a fini tecnologici. Importante sottolineare che il glutine in questo caso risulta essere un vero e proprio contaminante per chi soffre di celiachia.
Nella dieta senza glutine possiamo dividere gli alimenti in 3 categorie: permessi, a rischio e vietati. Si possono scegliere, tra gli alimenti permessi, alimenti naturalmente privi di glutine, prodotti sostitutivi appositi o prodotti trasformati. Questi ultimi devono presentare il claim “senza glutine” o il marchio Spiga Barrata.
Alcuni alimenti naturalmente privi di glutine sono i seguenti:
- Riso, mais, grano saraceno, miglio, quinoa, amaranto, patate
- Legumi, carne, pesce, uova, latte, formaggi
- Frutta e verdura
- Olii e burro
Celiachia: conclusioni ed esempio di menù
La celiachia dunque è una condizione da trattare in modo permanente tramite la dieta senza glutine, onde evitare il progredire della patologia anche in forme subcliniche.
Per fortuna la dieta senza glutine non porta ad avere carenze, se equilibrata e bilanciata sulla persona. Infatti gli alimenti vietati non contengono nutrienti strettamente necessari.
Importante comunque tenere conto del fatto che le fonti di glutine, come la comune farina di frumento, possono trovarsi in molte preparazioni: essa infatti viene utilizzata come addensante a basso costo nell’industria alimentare. Per essere sicuri dell’assenza di glutine in un prodotto è bene leggere attentamente l’etichetta.
Piccola postilla di tipo tecnico: la celiachia non piò essere definita un’allergia, in quanto nei fenomeni allergici vengono prodotti anticorpi della classe delle IgE, mentre nella celiachia gli anticorpi prodotti (anti-gliadina, anti-transglutaminasi, anti-endomisio, ecc…) sono della classe delle IgA.
Vediamo di seguito un esempio di menù per una persona celiaca:
- Colazione: fiocchi d’avena (con claim “senza glutine”), latte parzialmente scremato, frutta, caffè
- Spuntino: frutta secca
- Pranzo: insalata di riso con verdure di stagione e tonno
- Merenda: yogurt magro con frutta di stagione a pezzi
- Cena: orata all’acqua pazza con patate
Ti è piaciuto l’articolo? Ora hai capito cos’è la celiachia? Se vuoi sapere quali sono gli alimenti permessi e vietati per un celiaco, ti consiglio di consultare il prontuario AiC! Altrimenti, se hai bisogno di un professionista che ti segua per impostare una dieta senza glutine, prenota un appuntamento qui!
Per rimanere aggiornato sui nuovi articoli lascia un commento e spunta la casella “Mandami una notifica per nuovi articoli via e-mail”!