Reflusso gastro-esofageo: come risolverlo con la dieta

La malattia da reflusso gastro-esofageo è una condizione caratterizzata da episodi ripetuti e frequenti di risalita del contenuto gastrico verso l’esofago, evento fisiologico se limitato a pochi episodi, ma patologico se provoca sintomi che interferiscono con lo stato di salute del soggetto.

Normalmente l’esofago è protetto dal reflusso del contenuto gastrico mediante la contrazione dello sfintere inferiore: questo non è funzionante nei pazienti affetti da reflusso.

I sintomi tipici sono bruciore di stomaco, rigurgito, dolore toracico, disfagia, gonfiore post-prandiale ed eruttazioni dopo un pasto abbondante. Quelli atipici sono: dolore toracico simil-anginoso, tosse cronica, raucedine, otiti ed odontopatie.

Il materiale refluito può essere gas, cibo o secrezioni gastrointestinali.

Reflusso gastro-esofageo: chi ne soffre, come si aggrava e complicanze

La malattia da reflusso gastro-esofageo è più frequente nelle donne rispetto agli uomini, si verifica più frequentemente con l’aumentare dell’età (specialmente nella fascia 55-64 anni), ed è molto comune nelle donne in gravidanza e nei neonati.

Esistono numerose cause di reflusso gastroesofageo. Il sovrappeso, soprattutto se caratterizzato da depositi di grasso addominale, può avere un ruolo importante. Infatti, l’accumulo di grasso comporta un aumento della pressione all’interno del compartimento addominale e quindi dello stomaco, che tende a spingere il contenuto gastrico verso l’alto. La perdita di peso è associata alla regressione dei sintomi.

Altre condizioni che possono contribuire alla malattia da reflusso gastroesofageo sono rappresentate da: fumo di sigaretta, alcune malattie neurologiche autoimmuni, assunzione cronica di alcuni farmaci, stress, utilizzo di indumenti molto stretti.

La malattia da reflusso gastroesofageo può comportare delle complicanze quali:

  • Esofagite (erosione nella parte caudale dell’esofago);
  • Ulcera esofagea;
  • Stenosi a livello della giunzione esofago-gastrica con sensazione di arresto del bolo alimentare (in soggetti che hanno sintomi persistenti per lungo tempo);
  • Metaplasia di Barrett (si manifesta in soggetti con sintomi persistenti da molti anni, maggiormente esposti al rischio di sviluppare il tumore esofageo).

Pertanto è importante rivolgersi al proprio medico per effettuare una diagnosi, indagare le cause e valutare la necessità di intraprendere una terapia farmacologica.

Reflusso gastro-esofageo: raccomandazioni dietetiche e comportamentali

Alcuni comportamenti e alimenti possono predisporre o aggravare la sintomatologia da reflusso, aumentando l’acidità gastrica e/o favorendo il rilascio dello sfintere esofageo inferiore.

Di seguito alcune raccomandazioni dietetiche generali per il soggetto affetto da reflusso:

  • Consumare pasti poco abbondanti e frequenti nella giornata (5-6 piccoli pasti sono da preferire ai tradizionali 3 pasti);
  • Privilegiare alimenti a basso contenuto di grassi;
  • Evitare di consumare i cibi o le bevande troppo caldi o troppo freddi;
  • Evitare primi piatti in brodo e l’assunzione di abbondanti quantità di liquidi durante i pasti. I liquidi vanno sorseggiati lentamente nel corso della giornata;
  • Mangiare lentamente, masticando con calma i bocconi.

Oltre ai consigli riguardanti l’alimentazione è bene seguire alcune norme comportamentali per ridurre o prevenire la comparsa di sintomi legati al reflusso:

  • Smettere di fumare. Fumando s’ingerisce una notevole quantità di aria, che può favorire il reflusso;
  • Evitare di indossare cinture o abiti molto stretti in vita perché aumentano la pressione sull’addome, facilitando il reflusso;
  • Evitare di sdraiarsi subito dopo i pasti. Dopo mangiato, bisognerebbe aspettare almeno due o tre ore prima di coricarsi;
  • Evitare di svolgere attività fisica a stomaco pieno, soprattutto se si tratta di esercizi che impegnano la muscolatura addominale. Lasciar passare almeno 2 ore prima dell’esercizio fisico;
  • Consumare i pasti almeno 3 ore prima di coricarsi;
  • Alzare la parte anteriore del letto di 10-15 cm, in quanto aiuta a mantenere l’esofago in posizione verticale anche quando si è sdraiati e impedisce quindi la risalita di materiale acido dallo stomaco. Evitare di utilizzare pile di cuscini, perché così facendo si assume una posizione che incrementa la pressione sull’addome;
  • In presenza di sovrappeso od obesità, è opportuno ridurre gradualmente il peso e la circonferenza addominale attraverso un’alimentazione ipocalorica ed equilibrata, associata ad un regolare esercizio fisico, sempre sotto controllo di un professionista.

Reflusso gastro-esofageo: alimenti da evitare e da preferire

Alcuni alimenti sono sconsigliati in modo assoluto nei soggetti che soffrono di reflusso gastro-esofageo. Tra questi troviamo:

  • Cibi fritti, piatti già pronti (perché per la loro preparazione sono spesso utilizzati molti grassi);
  • Salse con panna, sughi con abbondanti quantità di olio, margarina, burro, strutto dolci con creme;
  • Carni molto cotte: stracotti, gulasch, bolliti, ragù;
  • Grasso visibile della carne e degli affettati;
  • Superalcolici;

Altri cibi possono essere associati alla comparsa o al peggioramento dei sintomi di reflusso, ma non in tutti i soggetti. Per questo è bene moderare l’assunzione di questi alimenti solo se si verifica effettivamente un fastidio in seguito alla loro ingestione:

  • Alimenti integrali;
  • Cioccolato, agrumi e succo d’agrumi, pomodoro (soprattutto crudo) e succo di pomodoro; cipolla, peperoni, aglio, peperoncino, pepe, menta;
  • Caffè anche decaffeinato, tè, bevande gassate;
  • Vino (massimo 2 bicchieri al giorno per i maschi, 1 per le femmine).

Gli alimenti da preferire sono sempre e comunque quelli raccomandati dalla Dieta Mediterranea, ovvero cibi poco lavorati, freschi e a ridotto contenuto calorico:

  • Acqua (non meno di 1,5 litri al giorno).
  • Frutta e verdura (almeno una porzione a pasto, nei casi più gravi prevalentemente cotta o frullata)
  • Latte o yogurt scremati o parzialmente scremati.
  • Formaggi: primo sale, fiocchi di latte, mozzarella di vacca, oppure formaggi parzialmente decremati come il Parmigiano Reggiano.
  • Carne di pollo, tacchino, coniglio, vitello, maiale (scegliere tagli più magri).
  • Pesce: branzino, sogliola, orata, merluzzo (limitare il consumo di pesci grassi come salmone, capitone, anguilla).
  • Molluschi e crostacei (consumo limitato massimo 1 volta a settimana).
  • Prosciutto crudo, cotto, speck, bresaola, affettato di tacchino/pollo.
  • Uova (non fritte).
  • Olio extra-vergine di oliva a crudo.

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